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Informatica

Chrome consuma ancora più RAM, in cambio di maggiore sicurezza

È da attendersi un aumento di circa il 10% nel consumo di RAM (non proprio basso) del browser di Google, per via dell'introduzione di alcune misure per proteggere gli utenti da Spectre

 
Durante la scorsa settimana Google ha rivelato che i fix introdotti su Chrome per gestire Spectre hanno provocato un aumento del consumo di memoria RAM. In un post sul blog ufficiale la compagnia spiega che la feature Site Isolation, attivata di default sull'ultima versione di Chrome (67) disponibile al pubblico, consente di mitigare gli attacchi side-channel eseguibili sfruttando la vulnerabilità delle CPU, i quali usano le funzionalità di esecuzione speculativa per accedere a delle parti della memoria che dovrebbero essere interdette a terzi.

Il tutto, però, con un aumento nel consumo dell'uso della RAM da parte del browser: "Site Isolation fa sì che Chrome debba creare più processi renderer, e quindi prevede un compromesso sul piano delle prestazioni", ammette Charlie Reis, Software Engineer di Google. "C'è un aumento di memoria complessiva di circa il 10-13% sotto attività tradizionali per via del numero maggiore di processi da gestire". Si tratta di una notizia poco gradevole per chi usa Chrome su macchine meno recenti, soprattutto quelle dotate ancora oggi di 4 GB di RAM.

Il consumo di memoria di Chrome su Windows, Mac e Chrome OS è quindi destinato ad aumentare in virtù delle novità introdotte per affrontare la vulnerabilità Spectre, diffusa al pubblico all'inizio del 2018 e che ancora oggi rappresenta un problema reale. La buona notizia è che Site Isolation è ancora sotto i ferri dei tecnici di Big G, con la compagna che sta lavorando per ridurre l'impatto in termini di dispendio di risorse: "Il nostro team continua a lavorare sodo per ottimizzare il comportamento della funzionalità in modo da mantenere Chrome rapido e sicuro".

Il consiglio è naturalmente quello di aggiornare continuamente Chrome, a dispetto delle preoccupazioni sul fronte delle prestazioni. Molti utenti probabilmente non si accorgeranno nemmeno delle novità, ma sono invece da sottolineare gli evidenti benefici in termini di sicurezza per una delle vulnerabilità più preoccupanti degli ultimi anni. 

 

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